Nasce Next Habit, un modo nuovo di relazionarsi
Un dilemma che non dovrebbe più assillare le nostre vite.
Particolarmente quando il mondo ci mette di fronte a situazioni difficili che ci aiutano a mettere in ordine le priorità della vita di un uomo.
Quindi, a parole, istintivamente, risponderemmo lavorare per vivere, ma non è sempre stato così, anzi.
Le generazioni che si sono succedute, soprattutto, a partire dalla rivoluzione industriale, loro malgrado hanno avuto poca scelta. L’introduzione delle macchine, cosa che ha certamente permesso un grande sviluppo nella corsa dell’umanità verso il progresso, ha, di contro, determinato una forma di sottomissione, un giogo per il lavoratore, costretto a seguire ritmi sempre più intensi, sacrificando il proprio tempo sull’altare della produttività.
L’immagine cinematografica di Charlie Chaplin, in tempi moderni, che viene inghiottito dalla catena di montaggio è emblematica del picco negativo nel rapporto uomo-macchina.
Ci è voluto più di un secolo per capire che il successo imprenditoriale non passasse dallo sfruttamento dell’uomo, ma dalla sua centralità, come teorizzava Adriano Olivetti.
Sono trascorsi altri decenni per dare valore a questo concetto e avere aziende che lo traducessero in nuovi macchinari finalmente al servizio dell’uomo, che gli permettessero non solo di lavorare, dando spazio alla creatività, ma anche di organizzare meglio la propria giornata scandendo bene il tempo del lavoro e il tempo libero.
Le nuove generazioni, peraltro, hanno maggiore consapevolezza di quali siano le priorità, non accetterebbero di tornare indietro, vogliono fortemente beneficiare del progresso buono. Hanno ben presente che la vita è adesso e va vissuta pienamente.
Next Habit ha l’ambizione di volgere lo sguardo al futuro e fornire gli strumenti per comprendere meglio come affrontarlo. Un nuovo equilibrio tra uomo e macchina, un nuovo modo di concepire il tempo e lo spazio.
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